venerdì 16 agosto 2013

La fine dell'eternità, di Isaac Asimov

Sì, la copertina c'entra poco.
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

La fine dell'Eternità è uno dei romanzi più famosi di Isaac Asimov. Uscito nel 1955, non fa parte dei famosi cicli dei Robot e della Fondazione.
Inizialmente non ricevette molti riconoscimenti, essendo probabilmente lontano dai gusti dell'epoca, per poi essere rivalutato in seguito e ritenuto da molti uno dei suoi migliori. Personalmente, il mio preferito è Neanche gli Dei (anche se non li ho di certo letti tutti: Asimov ha scritto centinaia di libri!), ma non divaghiamo.
Si parla di un mondo dove è stato scoperto il modo di viaggiare nel tempo. Questo è appannaggio di un ente chiamato Eternità che si occupa di modificare eventi storici (dal 24o secolo in poi) in modo da rendere il mondo migliore. Scongiurare guerre, ad esempio, o evitare il diffondersi di epidemie o di culti religiosi basati sulla violenza o cose del genere, sfruttando l'"effetto farfalla" (dal racconto Rombo di tuono di Ray Bradbury, ne ho già parlato qui). A volte per evitare un disastro nucleare può essere sufficiente spostare un vaso su un altro ripiano di uno scaffale.
Andrew Harlan è uno dei tecnici che operano questi cambiamenti, come tutti i suoi colleghi è freddo e calcolatore, estraneo alle emozioni umane... altrimenti non potrebbe sopportare il peso del potere di cambiare il destino di milioni di vite. Finchè, un giorno, non conoscerà una donna che cambierà il suo modo di vedere le cose.



E' l'amore a muovere tutto, in questo romanzo di Asimov. L'amore che spinge un uomo a minacciare l'esistenza stessa dell'Eternità, l'ente che sorveglia lo scorrere del tempo, pur di poter stare con la donna che ama. Sì, perché le rigide regole dell'Eternità vietano i rapporti con i Temporali, intesi come coloro che non fanno parte di questo ente. Andrew Harlan, però, si renderà conto di far parte di un ingranaggio che contribuirà a modificare il passato in modo tale da rendere possibile la nascita dell'Eternità stessa, e forte di questa consapevolezza sfiderà i suoi superiori: lasciatemi vivere la mia vita insieme a lei, o io non compirò le azioni che hanno portato alla nascita dell'Eternità...

Un po' incasinato? Beh, forse è perché io non sono bravo come Asimov a spiegarlo e, soprattutto, non ho lo stesso numero di pagine a disposizione! ;)

Questa è già più vicina.
Il libro ha un intreccio molto interessante. Tradimenti, colpi di scena, "arrotolamenti" temporali, cause ed effetti che si protraggono lungo il corso dei secoli... ad essere poco interessanti, come nello stile di Asimov, sono i personaggi: piatti e poco approfonditi. Ma passano in secondo piano davanti alla forza della narrazione ed al complesso gioco di azioni e conseguenze.

La forza del libro, comunque, sono i dilemmi etici che solleva.
Gli scopi dell'Eternità sono buoni. Loro vogliono salvare delle vite, e migliorare lo status sociale dell'umanità nei secoli. Loro si protendono verso l'Utopia, nella ricerca della felicità per tutti. Lo fanno per il nostro bene, senza nessun secondo fine, senza avere alcun interesse personale.
Eppure, ciò che fanno è giusto? E' giusto limitare la libertà personale degli uomini, pur facendolo per il loro bene? Non dovrebbero essere liberi di fare le loro scelte, ed eventualmente di sbagliare ed imparare dai propri errori? Perché è solo così che l'uomo può crescere, evolversi: sbagliando. Allora, ci si potrebbe anche chiedere se è meglio una esistenza lunga e priva di problemi, piuttosto che vivere al massimo accettando i rischi che questo comporta...

Ma non è giusto che io vi suggerisca le riflessioni da fare: leggetevi questo ottimo romanzo, e lasciate che metta in moto il vostro cervello. Anzi, se l'avete già letto, ditemi cosa ne pensate. Avreste agito come Harlan? Avreste sfidato il mondo per una donna? Avreste sconvolto la realtà di milioni di anni, cambiando in modo imprevedibile le vite di migliaia di miliardi di persone? Avreste potuto acettare il peso di una simile responsabilità?
E cosa ne pensate del libero arbitrio? Quanto è giusto guidare la vita di una persona (o di un universo...) in una direzione che gli consenta di correre meno rischi possibile? Chi è forte di una conoscenza superiore può arrogarsi il diritto di decidere cosa sia meglio per gli altri?

Il Moro

3 commenti:

  1. Credo che parecchi autori che si sono occupati di paradossi temporali abbiano tratto "ispirazione" da questo romanzo.
    ;-)

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  2. Ho conosciuto questo libro grazie a "Warcraft 3". L'ultimo livelo ha il titolo del libro di Asimov!
    Cercato su internet ho scoperto la connessione, sono corso a leggerlo!

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