domenica 29 settembre 2013

The call of Cthulhu, recensione

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!


In quanto dura solo 46 minuti, questo The call of Cthulhu rientra nella categoria dei mediometraggi. E' il primo film a riprodurre il racconto che riguarda la celeberrima divinità maligna raccontataci da Lovecraft nel 1926.

E' stato realizzato dalla H.P. Lovecraft Historical Society nel 2005, con un budget di soli 50.000 dollari. E' un gruppo di giocatori di ruolo live-action: si cimentano nelle loro partite compiendo fisicamente le gesta dei loro personaggi, vestendosi come loro e simulando anche vere battaglie, quando è il caso. Un po' come quelli che si dedicano alle ricostruzioni storiche. Sono matti? Probabilmente sì.
Questi, in particolare, sono appassionati del gioco Cthulhu Live, del quale vi linko un video sul tubo.

Comunque, saranno anche dei nerd all'ultimo stadio di perversione nerdistica, ma intanto hanno tirato fuori un gioiellino.




Il film è stato realizzato interamente in bianco e nero e muto, con uno stile che imita quello dei film degli anni '20. E in effetti sembra davvero di guardare un film di quel tempo. Il trucco e lo stile recitativo degli attori, i graffi sulla pellicola, perfino i movimenti troppo rapidi, che all'epoca erano dovuti al fatto che le cineprese avevano manovelle a mano per far girare il nastro. Guardando le le parti oniriche o quelle sull'isola di Cthulhu non potranno non venirvi in mente reminescenze di film espressionisti come Nosferatu o Metropolis.
Certo, la finzione non regge a un esame più attento (i cambi di scena, le carrellate e altre scelte registiche hanno un sapore più moderno), ma bisogna davvero guardare il pelo nell'uovo.



Il film ha la capacità di restituirci intatta la suggestione del racconto da cui è tratto., L'orrore impalpabile che percorre ogni pagina, la disperazione di coloro che spingono la loro sete di conoscenza troppo in là, sono qui riportati alla perfezione. Mirabili le ricostruzioni delle "allucinanti geometrie" descritte da Lovercraft, e perfette per essere trasporte in un film "visionario" come questo. E' possibile che questa sia la giusta dimensione per una trasposizione cinematografica dei racconti di Lovecraft: farceli vedere come li avrebbe visti lui.



Insomma, davvero un ottimo lavoro. La visione è assolutamente consigliata, vista anche la brevità del film.

Mentre tutti aspettiamo Le montagne della follia di Guillermo del Toro (lo farà? non lo farà? Mah), sappiate che lo stesso gruppo ha realizzato anche un altro film nel 2011: The whisperer in darkness, stavolta di 104 minuti. Vedremo anche quello.

Il Moro

4 commenti:

  1. Moro tu sei un grande!
    Solo questo :D

    Adesso me lo vedo al volo...

    Lo fai il concorso disopie impure?

    Saludos!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non so... avendo in passato avuto da dire con l'ideatore non mi pare il caso.

      Elimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...
;