venerdì 6 giugno 2014

Summer Wars

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Summer Wars è un film anime del 2009 prodotto dallo studio Madhouse (lo stesso che produce Batman-Il cavaliere di Gotham)per la regia di Mamoru Hosoda.

La trama: Oz è un enorme social network, a metà strada tra Facebook e un videogioco tipo Second life. Un vero e proprio mondo virtuale strettamente connesso con il reale, dove ognuno può scegliersi un avatar puccioso e perdersi tra gli innumerevoli intrattenimenti offerti, oltre a socializzare e perfino lavorare. Ci si può accedere tramite computer, smartphone, Nintendo DS (più volte mostrato nel film, anche se mai citato direttamente) e tutto quello che abbia uno schermo a colori.
E poi c'è Kenji, un liceale che per un soffio non ha rappresentato il Giappone alle ultime olimpiadi di matematica, che ha un lavoro part-time ai margini dell'infrastruttura di Oz. La bella Natsuki gli chiederà di accompagnarla dalla sua famiglia in occasione del compleanno della nonna (ma sembra avere un piano segreto...).
Dopo aver fatto conoscenza con la numerosissima famiglia di Natsuki, Kenji riceve una mail anonima con un indovinello matematico. Lui non può resistere, risolve l'indovinello e risponde. Il giorno dopo scoprirà di essere ricercato dalla polizia per aver violato Oz, preso il controllo di centinaia di account e gettato nel panico una buona parte del mondo, nel quale Oz, che qui quasi sostituisce internet stesso, è ormai profondamente integrato con tutte le principali infrastrutture.
Ma poco di questo caos giunge nella tranquilla villa di campagna nella quale Kenji si trova insieme alla famiglia di Natsuki...



Insomma, non posso andare oltre senza svelare davvero troppo. La trama si sviluppa in modo lineare aggiungendo però sempre nuovi elementi, e cercare di riassumerla in qualsiasi modo vuol dire buttare giù un mucchio di spoiler.

Il film ha due anime: quella del mondo reale, dove il timido Kenji si trova a interagire con l'enorme famiglia di simpatici famigliari di Natsuki, con bei disegni, molto particolareggiati negli sfondi, e ottime seppur non eccelse animazioni, e il mondo di Oz, reso giustamente in computer grafica, coloratissimo su sfondo bianco e stracarico di minuscoli dettagli.

Il mondo di Second life... Ehm, Oz

La bellezza di questa pellicola sta nella splendida caratterizzazione dei moltissimi personaggi. E' errato dire che Kenji sia il protagonista della pellicola, perché si tratta in realtà di una storia corale, dove in molti faranno la loro per trovare la soluzione della crisi. Ma anche i personaggi secondari hanno una loro personalità e caratteristiche proprie, nonostante il numero spropositato per un film di due ore.


La pellicola cerca di mantenersi su un livello non "eccessivo", mostrandoci sentimenti delicati e rapporti parentali forti, senza mai lasciarsi andare a eccessi di carisma e gesta eclatanti a cui ci hanno abituati gli anime di fantascienza (a parte -SPOILER, selezionare per leggere- l'ultima forma di Love Machine: quanti boss finali abbiamo visto con quell'aspetto, giganteschi, con ali asimmetriche e inutili e che si muovono con esasperante lentezza?)


Ovviamente, tutti i guai sono colpa di una donna.

Se vogliamo trovargli dei difetti, possiamo dire che cerca di muoversi tra la farsa e il dramma, ma il dramma non risulta credibile perchè preso troppo alla leggera, e la farsa è piacevole ma non ci farà sganasciare.
C'è anche qualcosa che non funziona dal punto di vista tecnico-informatico. E' evidente la critica al sistema dei social network, che ci spinge a condividere con troppa facilità informazioni riguardanti la nostra privacy, ma chiunque abbia un po' di conoscenze di rete sa che non è "proprio" così che funziona.

Allo stesso tempo, c'è da dire che in tal senso questo film non inventa niente: forse che Il tagliaerbe di Stephen King o Skynet della saga di Terminator non prendevano il controllo della rete con facilità ancora maggiore?
Ci sono anche altre incongruenze dal punto di vista "tecnico" e un certo numero di momenti "vabbè" (esempio, il fatto che conoscere il kempo renda il ragazzino un campione ai videogiochi), ma alla fine ci si può anche passare sopra senza fare troppo i precisini e senza rovinarsi il film.

Sberloni virtuali.

Insomma, a me è piaciuto. E credo che sia una di quelle cose che può piacere anche a chi non è appassionato di cartoni animati giapponesi. Anche il doppiaggio in italiano, pur non essendo perfetto, è comunque ben fatto. Consigliato.

Il Moro



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